"Perché i bei libri sono come una tazza di cioccolata calda,

inebrianti ed avvolgenti…"

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martedì 21 maggio 2019

IL PERSONAGGIO NEL MONDO, il MONDO NEL PERSONAGGIO



IL PERSONAGGIO NEL MONDO, IL MONDO NEL PERSONAGGIO

Rimasto solo alla guida degli affari di famiglia dopo la scomparsa del padre in un naufragio, l’irlandese Artemis Fowl II ha un obiettivo ben preciso: restituire alla dinastia Fowl il primato che le spetta di diritto nel mondo del crimine. 
Peccato sia un traguardo un tantino ambizioso, per un dodicenne. 
Artemis però non è un adolescente qualsiasi.
Dotato di un ingente patrimonio, una guardia del corpo iper-addestrata e, soprattutto, di un Quoziente Tntellettivo altissimo, coltiva la sana abitudine di eccellere in tutto ciò che fa. 
Compreso rapire un elfo per chiedere un riscatto in oro, e avere così nuovi fondi da investire... 

La serie di Artemis Fowl, composta da otto libri, e ideata dall’irlandese Eoin Colfer, è approdata in Italia nel 2001 con Mondadori, e sta per sbarcare anche nei nostri cinema, con l’uscita nelle sale del film tratto dal primo romanzo prevista per Agosto.
Una domanda sorge spontanea: perché dedicare tempo ed energie alla lettura di un’altra saga con protagonista un ragazzino fuori dal comune, quando J. K. Rowling, con il suo Harry Potter, sembra aver già esaurito l’argomento?
Semplicemente perché, Artemis Fowl non è una scopiazzatura di Hary Potter.
Certo, le due saghe hanno punti di contatto:  il numero simile di volumi, un protagonista giovane con una situazione familiare difficile, ma per il resto sono del tutto diverse, sia nello stile che nello sviluppo di trama e personaggi. 
Per quanto riguarda lo stile; Colfer si caratterizza per una scrittura concisa ed effervescente, che dà origine a un ritmo narrativo serratissimo, in cui sono praticamente assenti tempi morti. 
La trama invece, ruota intorno ad Artemis e alle sue vicissitudini, in compagnia della sua guardia del corpo Leale, e dell’ elfa Spinella Tappo.
Proprio la figura di Artemis rappresenta il principale punto di rottura con il lavoro della Rowling. 
Infatti, se Harry crede di essere un ragazzo particolare, ma non ne conosce il motivo, Artemis è perfettamente consapevole di essere diverso sia dai suoi coetanei che dagli adulti per via del suo Quoziente Intellettivo, e di dover convivere con questa differenza, cercando al contempo qualcuno che possa capirlo e accettarlo per ciò che è.
Dietro una storia divertente e appassionante, si nasconde una disamina psicologica molto ben fatta su cosa significhi essere diversi, nel bene o nel male, e non poterlo nascondere agli altri perché si tratta di una differenza palese. 
Nella grande forza interiore di Artemis, potrà rivedersi facilmente qualunque persona si sia sentita diversa o discriminata; perennemente in bilico tra il desiderio di affermare sé stessa, e il voler andare incontro a una società che tendendo all’omologazione, finisce con l’escludere chi non riesce a conformarsi. 
Il motivo per cui nonostante un presupposto di partenza poco ortodosso, un protagonista poco incline alla bontà d’animo, la serie di Artemis Fowl è una lettura molto raccomandata per ragazzi, sta nella capacità di Artemis di essere sempre l’artefice del proprio destino, di non subire mai passivamente gli eventi negativi, ma cercare sempre di superare le difficoltà, per quanto possano essere oggettivamente insormontabili, perché solo in questo modo potrà trovare.il vero tesoro custodito daigli elfi alla fine dell’arcobaleno: la felicità.
Tirando le somme: mentre la Rowling ha costruito un mondo intorno al suo personaggio, Colfer ha creato un mondo nel personaggio, dando vita a una storia che appassiona e commuove a prescindere dall’età di chi legge.

Ely




giovedì 27 aprile 2017

HARRY POTTER ALL'ITALIANA

HARRY POTTER ALL'ITALIANA

Sam, appena quindicenne, ha già alle spalle un passato difficile fatto solo di famiglie adottive che non l’hanno voluto, e vagabondaggi in totale solitudine nella squallida periferia milanese.
Questo, fino alla sera in cui la vicina di casa Melania lo salva dall'agguato di due maghi sconosciuti intenzionati a ucciderlo, rivelandogli la sua vera identità...


Il Marchio del Serpente, primo romanzo di Alberto Chieppi, incarna benissimo la differenza esistente tra ispirazione e plagio palese.
Infatti, se da un lato la trama del libro ricorda la serie di Harry Potter (per la presenza di scuole in cui si insegnano le arti magiche o la divisione dei personaggi in gruppi di tre), dall'altro se ne discosta completamente, dando vita a una storia originale, curata nei minimi dettagli.
I protagonisti principali, così come i secondari, sono ben caratterizzati, un ottimo lavoro è stato fatto anche con le descrizioni di luoghi e ambienti, mai troppo prolisse.  
Soprattutto, può essere difficile per un autore alle prime armi sviluppare bene diverse linee narrative parallele, senza confondere o perdere l’attenzione del lettore, invece Chieppi ci riesce, e il risultato è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, senza alcun intoppo.  
Vista l’età dei protagonisti, si tratta di una libro molto adatto per un pubblico adolescente, ma che può soddisfare tranquillamente anche le esigenze di un lettore più maturo, amante del Fantasy Classico, alla ricerca di una lettura in grado di coniugare brevità, linearità e spessore. 
Ely

domenica 14 agosto 2016

IL PRINCIPE DELLE TENEBRE AKA "NON SEMPRE L'UMORISMO PAGA"

IL PRINCIPE DELLE TENEBRE AKA "NON SEMPRE L'UMORISMO PAGA"

Jalan Kendeth, giovane principe di Marca Rossa, si nasconde da sempre dietro al suo titolo nobiliare, per non far capire agli altri quanto, in realtà, sia solo un donnaiolo codardo, irresponsabile e vanesio.
L'ennesima imprudenza però, lo metterà in una situazione terribile, da cui non sarà tanto facile scappare...

Mark Lawrence ha esordito in patria, gli States, nel lontano 2011 con il primo volume della Broken Empire Trilogy, successivamente completata nel 2013, poi tradotta in italiano da Newton Compton col titolo La Trilogia dei fulmini.
Da un autore con alle spalle una certa esperienza, ci si aspetterebbe un lavoro di buona qualità, invece Il principe delle tenebre, romanzo d'apertura di una nuova saga, delude molto.
A differenza di altri romanzieri sempre alla ricerca dell'originalità, Lawrence si limita a mescolare azione, leggende nordiche conosciute, sarcasmo, e horror alla Residenti Evil, in un romanzo nel complesso carino, ma nulla più.
La trama (narrata in prima persona da Jalan) alterna alti e bassi; per cui a momenti davvero appassionanti, ne seguono altri piatti ai limiti della noia.
Anche l'eccessivo utilizzo del sarcasmo non contribuisce certo alla buona riuscita del lavoro. 
Se una battuta ogni tanto può alleggerire la tensione, cercare il lato comico della situazione anche quando si sta scappando al buio da un morto vivente, non ha molto senso, oltre a rovinare del tutto l'atmosfera.
Infine, non si può non menzionare il titolo inadatto scelto da Newton Compton, quando l'originale Prince of fools risulta decisamente più azzeccato e coerente. 
Rimanendo in tema di "scelte inadatte", si potrebbe discutere sul buon senso dimostrato da alcuni autori nelle loro dichiarazion sul libro, in cui l'hanno paragonato addirittura alle opere di George Martin, che invece sono su ben altro livello per quanto riguada originalità e spessore. 
Queste dichiarazioni sono (purtroppo) state riprese fedelmente da Newton Compton a scopo pubblicitario, col risultato di creare aspettative totalmente sbagliate.
Il principe delle tenebre, può essere una valida lettura per un neofita del Fantasy, o per chi ha voglia di rilassarsi sottol'ombrellone, ma se si sta cercando un novello George Martin... bisogna cercare altrove.
Ely

martedì 5 luglio 2016

E NAUFRAGAR M'È DOLCE IN QUESTO FANTASY CLASSICO...



E NAUFRAGAR M’E DOLCE IN QUESTO FANTASY CLASSICO…

La morte dello stregone Jorgoth ha gettato nel panico gli abitanti di Meina. 
A breve, i servi oscuri piomberanno su di loro per impossessarsi di un testo di magia estremamente prezioso, che lo stregone custodiva con particolare cura.
Milgar, giovane assistente del mago, viene  suo malgrado coinvolto in una spedizione per disfarsi del libro, finendo col restare invischiato in qualcosa di molto più grande di lui…


Il Fantasy Classico rappresenta spesso un’arma a doppio taglio per gli autori esordienti: se da una parte rimane un genere evergreen amatissimo dai lettori, dall’altra il rischio di scrivere storie banali è sempre in agguato. 
Per fortuna Raul Bini nel suo Il libro delle Magie Perdute: La Forza della Luce, sa bene ciò che fa.
Infatti, nonostante il romanzo presenti molti elementi classici (l’antieroe, il maestro buono e saggio...) ne contiene anche altri più innovativi, in grado di renderlo una lettura interessante ed avvincente.
La trama si sviluppa dall’inizio alla fine senza intoppi, sostenuta da uno stile fluido, di buon spessore, in grado di evocare immagini vivide senza essere pesante, o peggio, noioso. 
Il finale, forse un po’ agrodolce, resta comunque coerente allo spirito della storia, evitando di propinare al lettore un Happy Ending scontato e poco credibile. 
Un Fantasy con la F maiuscola dunque, a cui non manca nulla e che regala grandi soddisfazioni!!
Ely

lunedì 27 giugno 2016

SERLIN, TRA MITI E MAGIA


SERLIN, TRA MITI E MAGIA

Serlin Consoli Duranti è un diciottenne alle prese con i problemi tipici della sua età: la scuola, il rapporto con la sorella, le prime cotte, in un mondo dove Dei e miti sono di casa.
La scoperta improvvisa di essere diverso dai suoi coetanei, lo porterà a intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca di sé stesso e delle sue vere potenzialità… 

Nonostante l’incipit de La Leggenda di Serlin possa sembrare molto classico, Francesco Lami riesce in un’impresa difficile per un giovane autore esordiente: creare un romanzo per ragazzi particolare ed avvincente.
In alcuni punti la storia strizza l’occhio alla serie di Percy Jackson, (soprattutto per la presenza delle divinità) ma per il resto del tempo procede in modo del tutto autonomo, inoltre l’ambientazione accattivante in bilico tra Grecia Antica e Mondo Moderno finisce con l’incantare il lettore. 
Serlin, protagonista di buon cuore, ispira da subito simpatia, un discorso analogo vale per i suoi amici ben caratterizzati e particolari (Eolo su tutti). 
Anche se in alcuni punti l’autore tende a dilungarsi un po’ troppo, La leggenda di Serlin rimane comunque un romanzo pieno di azione, buoni sentimenti, e divertimento; adattissimo per un pubblico giovane, ma anche per chi, da adulto, cerca un Fantasy di evasione fuori dai soliti schemi. 

Ely



lunedì 6 giugno 2016

FIORE DI NEVE E IL ROMANZO ASETTICO


FIORE DI NEVE E IL ROMANZO ASETTICO

Giglio Bianco è una figlia della Cina Imperiale con un’esistenza già prestabilita: dovrà sopportare il tormento della fasciatura dei piedi per mantenerli piccoli, e contrarre un matrimonio d'interesse che possa aiutare la sua famiglia. 
L’unica sorpresa in una vita destinata a scorrere sui binari rigidi di una tradizione millenaria, sarà l’amicizia strettissima con Fiore di Neve la sua "Laotong", l’altra metà di sè stessa, a cui sarà unita da un vincolo che nulla dovrebbe mai riuscire a spezzare...

Ci sono romanzi in grado di colpire profondamente un lettore per la loro bellezza, la raffinatezza dello stile, le emozioni intense che sanno suscitare… e romanzi in cui invece aleggia un forte senso di vuoto. 
Purtroppo, Fiore di neve e il ventaglio segreto di Lisa See appartiene a questa seconda categoria.  
Nonostante abbia alle spalle anni di minuziose ricerche, e offra uno spaccato davvero realistico della Cina dell’epoca, da un punpto di vista narrativo rimane un lavoro estremamente carente. 
Lo stile è prolisso, totalmente privo di ritmo, di conseguenza le descrizioni (anche se molto particolareggiate) risultano fredde, asettiche,  un discorso analogo vale per i pochi dialoghi.
Questo modo di scrivere monocorde non facilita l'identificazione in Giglio Bianco, protagonista e voce narrante della storia che, ovattata dalla realtà di un matrimonio relaltivamente felice, sembra avere serie difficoltà nel comprendere i dolori di Fiore Di Neve, sposata a un marito rozzo di indole violenta. 
Se in libri come Memorie di una geisha, Luna di primavera perfino Genji Monogattari, nonostante la complessità della trama la lettura scorre in modo piacevole e ci si ritrova letteralmente travolti dalle emozioni, in Fiore di neve e il ventaglio segreto si va avanti quasi per inerzia, fino all'epilogo abbastanza scontato e potenzialmente foriero di considerazione non proprio lusinghiere sull'atteggiamento della protagonista. 
Approfondendo molto l'aspetto relativo alle tradizioni e alla vita di tutti i giorni, rimane sicuramente un titolo valido da un punto di vista prettamente saggistisco/storico, ma per chi cerca qualcosa di più rispetto a delle mere nozioni su quando si faceva cosa... potrebbe essere deludente.

Ely 





lunedì 23 maggio 2016

CENERENTOLA HIGH TECH...



Cinder, in parte umana in parte Cyborg, ha atteso tutta la vita qualcuno che la guardasse, giudicandola solo per la sua bellezza interiore, senza farla sentire strana o un mostro. 
I suoi desideri vengono esauditi all’improvviso quando il principe Kaito, erede al trono del Commonwealth, sembra dimostrare un sincero interesse nei suoi riguardi...


DaI tempi dei tempi i bibliofili amano leggere bei libri e parlarne con gli amici, facendogli scoprire nuovi titoli di qualità. 
Proprio il passaparola infatti, ha dato il via alla lettura di Cinder, primo capitolo delle Cronache lunari, create dall’autrice statunitense Marissa Mayer
Cinder, in sostanza rivisita in chiave moderna la favola di Cenerentola, mantenenndone intatti lo spirito, così come i principali elementi narrativi, che vengono inseriti nella storia in modo del tutto particolare.
La trama contiene un mix ben riuscito di generi diversi, tutti in perfetto equilibrio tra loro: si va dall' ambientazione distopica non troppo deprimente, alla storia d'amore romantica senza scadere nel melenso, per concludere con una spy story lineare, ma comunque accattivate. 
Lo stile semplice, curato, facilita al massimo l’immedesimazione nei vari personaggi. 
Qualche lettore, soprattutto maschio, potrebbe storcere un po' il naso davanti alla capostipite delle fiabe per bambine, del resto, si sa, nel mondo reale i Principi Azzurri sono rari.
Eppure, proprio in questo sta la forza del romanzo; nel riuscire a far sognare con leggerezza, trasmettendo al contempo un bellissimo messaggio di speranza per chi, da sempre, si sente brutto, diverso: abbi fede, domani la tua vita potrebbe cambiare.
Un esordio magico, in grado di coniugare perfettamente leggerezza e riflessione. 
Ely


domenica 15 maggio 2016

I DUE REGNI:LA CITTÀ INTERA


I DUE REGNI:LA CITTÀ INTERA

Addestrata come combattente sin da bambina Farwel, compiuto il tredicesimo anno di età, potrà finalmente iniziare a frequentare l'Accademia del Delor. 
Insieme alle sue amiche d'infanzia studierà lì sei anni, per diventare una guerriera completa, l'orgoglio della sua famiglia. 
Peccato che, durante la cerimonia di ammissione, scoprirà come il suo destino sarà in realtà ben diverso...

Leggendo la quarta di copertina de I due regni: La Città Intera firmato Alessia Palumbo, si intuisce subito di avere tra le mani un romanzo fuori dai soliti canoni del Fantasy Classico.
Non abbiamo infatti un mondo magico, popolato da creature fantastiche, viceversa veniamo catapultati in una società in decadenza, sull'orlo del collasso, dove regnano la tirannia e il genocidio dei Maghi, imposto dalla Città Intera. 
Farwel rappresenta l'unica speranza di salvezza, ma invece di incarnare lo stereotipo dell'eroina pura di cuore, disposta al sacrificio, sembra più una donna alla perenne ricerca di sé stessa, desiderosa di riparare ai numerosi errori commessi in passato. 
Risulta evidente da subito il tentativo dell'autrice di creare qualcosa di diverso; così come la sua bravura nel gestire la trama, divisa in ben tre filoni narrativi, in bilico tra passato e presente.
Trattandosi comunque di un'opera prima presenta qualche imperfezione; la più frequente è sicuramente la tendenza a ripetere tante, troppe volte, concetti che dopo poche pagine possono essere sconsiderati scontati.
Nonostante siano stati inseriti dei momenti di maggiore leggerezza, visti i temi affrontati (genocidio, sofferenza), I due regni: La Città intera, pur essendo molto bello, resta una lettura più adatta per un pubblico alla ricerca di un Fantasy profondo, impegnativo, a tratti cupo, piuttosto che per chi sta cercando semplicità ed evasione. 
Un esordio particolare e sfaccettato dunque, per un'autrice che vale sicuramente la pena di avere sugli scaffali delle nostre librerie.
Ely 





giovedì 3 marzo 2016

GOSSIP GIRL, E L'IMPORTANZA DELLA TECNICA.


GOSSIP GIRL, E L'IMPORTANZA DELLA TECNICA

Serena Van der Woodsen ha quattordici anni e una vita perfetta
Bella, ricca, vive in una delle zone più esclusive di Manhattan dove, insieme ai suoi amici, si dedica a feste ed eccessi di tutti i tipi. 
Commette solo un grave errore: andare a letto di nascosto con Nate Archibald, fidanzato della sua migliore amica, Blair Waldorf.
Incapace di affrontare le conseguenze delle sue azioni, Serena si rifugia in un collegio del Connecticut, quando però due anni dopo è costretta a tornare a New York, scopre come, nel suo vecchio mondo, parecchie cose siano cambiate...


A molti questa introduzione potrebbe suonare familiare, infatti dalla serie Gossip Girl di Cecily Von Ziegesar è stato tratto un adattamento televisivo di successo, andato in onda per anni sia in America che qui in Italia. 
Quello che mi ha colpita maggiormente in questo primo volume della saga, come nei successivi, è stata la mancanza di una trama vera e propria.
L'autrice si limita a descrivere  le vite di Serena, Nate, Blair, Dan, Jenny e altri personaggi introdotti in seguito, in un contesto relativamente "normale", ovvero la città di New York. 
Niente avventure fantastiche, niente scene al cardiopalma niente... di niente. 
Una situazione che sarebbe l'apoteosi della noia, se la Von Ziegesar non avesse al suo arco tre frecce fondamentali: un'ottima prosa, una pianificazione meticolosa, e una solida padronanza dello "Show don't tell"
La prosa è asciutta, tendente al minimalismo, senza per questo essere asettica o priva di spessore.
Le parole, come i particolari, sono centellinati sul filo del rasoio, eliminando tutto il superfluo, per dare vita a una narrazione dal ritmo sincopato, capace di catturare l'attenzione di chi legge, senza annoiare mai
Altro punto di forza sono le dinamiche e i rapporti tra i vari protagonisti, costruite in modo accurato e credibile. 
La vera differenza però la fa l'assenza quasi totale di raccontato inutile e ridondante, per concentrarsi esclusivamente sul mostrato.
Quindi non abbiamo pagine e pagine sul disagio emotivo di Blair in seguito al dissesto della sua famiglia, invece la vediamo abbuffarsi per poi correre in bagno a vomitare, senza che la madre alzi nemmeno lo sguardo.
Non sentiamo Serena lamentarsi per essere stata esclusa dal suo vecchio gruppo, ma la troviamo di venerdì sera, in pigiama, fissare malinconicamente il telefono sperando che squilli.
Trattando temi legati soprattutto al mondo adolescenziale; chi sta con chi, lotte di potere tra ragazze, delusioni di cuore, a prima vista Gossip Girl potrebbe sembrare un lavoro banale, perfino un po' vuoto; tuttavia il livello tecnico dell'autrice nell'utilizzo delle parole, gestione dei vari POV e capacità di attirare l'attenzione di chi legge è altissimo. 
Per questo lo considero un romanzo formativo, per tutti gli scrittori esordienti (e non solo), in difficoltà quando devono destreggiarsi tra diversi POV, o evitare di sommergere il lettore con centinaia e centinaia di informazioni inutili.
Cecily Von Ziegesar ci dimostra come, padroneggiando bene le tecniche di base, anche una storia banale possa diventare un romanzo appassionante e meritevole di essere letto. 
Ely


venerdì 5 febbraio 2016

DELICATAMENTE GIALLO



DELICATAMENTE GIALLO

L'autore di romanzi Armando Bentivoglio, durante una presentazione alla biblioteca di Doppio Senso, si trova ad avere a che fare col classico lettore petulante ed esigente.
Per accontentare una sua richiesta scrive sulla lavagna una frase dal significato ambiguo,"Ah... Ahh... Ahhh", che poco dopo verrà ritrovata vicino al corpo di una ragazza uccisa...

Non è mai facile riuscire a creare in poche pagine un giallo ben fatto, eppure Nuwanda (questo lo pseudonimo dell'autore, o autrice) ci è riuscita.
I personaggi che compongono il microcosmo di Doppio Senso sono tutti ben caratterizzati e hanno ciascuno una funzione precisa, primo tra tutti il commissario Loquace, parodia dei detective "vecchia scuola" come Sherlock Holmes e Maigret.
Lo stile semplice e fluido venato di ironia e l'editing curato rendono piacevole la lettura di questo lavoro, dal finale forse un po' scontato, ma non privo di una sua logica.
Una lettura semplice e scorrevole, ma comunque di buona qualità.

Ely






lunedì 25 gennaio 2016

STEPHEN KING E IL "LUDENDO DOCERE"



STEPHEN KING E IL "LUDENDO DOCERE" 

Alzi la mano quale autore non vorrebbe frequentare un corso di scrittura ad altissimo livello, tenuto da un romanziere di fama mondIale presente in tutte (o quasi) le librerie del pianeta.  
E se questo corso si potesse seguire a domicilio, costasse poco e non durasse più di... trecento pagine?
No, non è un sogno, ma la semplice realtà propostaci da On Writing autobiografia di un mestiere, manuale di scrittura creativa pubblicato nel 2001 da Sperling&Kupfer e targato Stephen King

Chi non è amante dell'horror e conosce solo di fama i lavori di King, potrebbe essere diffidente all'idea di acquistare un suo testo dedicato alla scrittura. 
Chi viceversa apprezza le storie del Re, sa che uno dei suoi punti fermi è il cosiddetto "ludendo docere" (insegnare divertendo), ovvero la capacità di trasmettere contenuti di qualità, catturando l'attenzione del lettore con dosi massicce di ironia e umorismo intelligente.
Questa caratteristica non manca certo in On Writing, dove in sole trecento pagine vengono analizzati in modo professionale tutti i principali aspetti della stesura di un romanzo: dalla costruzione della trama al background dei personaggi, passando per lo stile, i dialoghi e le scelte sintattiche, con una prosa scorrevole, frizzante, spassosissima, che non scade mai nella noia o nell'eccessivo "tecnicismo".
Più che un manuale vero e proprio, King sembra chiacchierare informalmente coi lettori su come debba essere fatta, secondo lui, la buona narrativa, sottolineandone anche l'aspetto ludico: scrivere dev'essere prima di tutto un divertimento, se poi si riesce a farne un lavoro e guadagnare, tanto meglio. 
Vengono anche sfatati alcuni falsi "miti": in primis l'idea che si possa diventare bravi narratori leggendo poco o sempre lo stesso genere; al contrario un autore dev'essere anche un lettore vorace e onnivoro, perché solo tramite il contatto con generi diversi si possono apprendere meglio i meccanismi della narrazione, e soprattutto quali siano gli errori da evitare. 
Allo stesso modo viene chiarito che, come in tutte le professioni del mondo, ci sono persone nate col dono di creare storie meravigliose, altre capaci di fare un buon lavoro con tanto esercizio, e altre ancora... non desiderano impegnarsi per migliorare, quindi sarebbe meglio se si dedicassero ad altre attività.
Mille idee, suggerimenti, spunti di riflessione per crescere come autori, e imparare a praticare uno dei lavori più belli e difficili del mondo: l'arte di creare la magia con le parole. 
Ely





sabato 2 gennaio 2016

TRA LUCE E TENEBRA...


Avril è cresciuta sola in un castello senza amore né gioia.
Del resto, essendo figlia di Tenebra, l'entità immortale che su Kyom(una sorta di pianeta parallelo dove abitano le anime dei defunti) si occupa di torturare coloro che in vita hanno agito male, non avrebbe potuto aspettarsi niente di diverso.
Non sa cosa significhi avere una famiglia unita o dei veri amici, almeno fin quando suo padre Luce non decide di volerla conoscere...


Succede spesso di leggere la frase “Una nuova promessa del Fantasy italiano”, abbinata ad autori o autrici alle prime armi.
Capita quasi altrettanto spesso di scoprire come, in quei romanzi decantati da interviste e recensioni, di promettente ci sia ben poco.
Per fortuna questo non è il caso di Giorgia Vasaperna; infatti nonostante la giovane età, nel suo Like Lions ci sono tutti i prodromi di un'autrice di buon talento.
In primis una trama che tenta di discostarsi dai soliti cliché per creare qualcosa di diverso e originale, secondariamente uno stile fluido, sintatticamente corretto, in grado di avvincere il lettore e fargli terminare senza sforzo il libro.
Tuttavia, nonostante le buone premesse, Like Lions non è immune da alcuni dei difetti DOC tipici degli scrittori esordienti: infodump e descrizioni troppo schematiche.
Infatti, se da una parte un modo di scrivere semplice facilita la lettura, dall'altra abusandone si rischia di creare in alcuni punti un elenco asettico di persone e cose, che a lungo andare può finire con l'infastidire, o peggio annoiare il lettore.
Comunque, al di là di questi difetti ampiamente curabili attraverso esperienza e buone letture, Like Lions rimane un ottimo romanzo per bambini e ragazzi, e anche per adulti, purché sappiano vedere oltre e coglierne la freschezza.

Ely

domenica 27 dicembre 2015

ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI CON FEDERICA LEVA



ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI CON FEDERICA LEVA

Tresan, figlio cadetto del Sopracavaliere di Misrenea, non sembra destinato a un futuro di onori e grandezza.
Studioso per natura e poco portato per le armi, pare condannato a dover servire come attendente il fratello maggiore Rupens, erede del titolo, prediletto dal padre e apparentemente perfetto.
Tuttavia, una serie di profezie collegate a un passato antichissimo, aiuteranno Tresan a capire quanto la sua esistenza sia tutt'altro che ininfluente...

Basta fare una veloce ricerca sul Web per accorgersi di come Federica Leva non sia una novellina nel mondo della scrittura, avendo già all'attivo diverse pubblicazioni e partecipazioni a concorsi.
Tutta questa esperienza è stata sicuramente messa a frutto nella stesura di Echi delle Terre sommerse che, pur essendo il suo primo Fantasy di una certa lunghezza, è un romanzo appassionante e ben costruito.
Non è facile creare un mondo ex novo partendo da zero, eppure Federica ce l'ha fatta abbandonando le ambientazioni standard per una più originale e bucolica: un arcipelago di isole indipendenti tra loro, ma unite da una fitta ragnatela di intrighi e complotti.
In questo scenario così particolare si muove un protagonista per certi aspetti molto “classico” (si tratta del tipico ragazzino inesperto in una fase di crescita), in grado con la sua spontaneità e simpatia, di conquistarsi in fretta l'affetto e la stima del lettore.
Particolarmente interessanti sono le dinamiche che caratterizzano il rapporto tra Tresan e il padre; pur essendo uniti da un affetto sincero questi due uomini, come avviene spesso anche nella vita reale, non riescono mai a parlarsi apertamente, superando così il muro di incomprensioni e silenzio che li divide. 
A rendere davvero particolare questo libro però è la sua imprevedibilità.
Da un certo punto in poi si crede di aver capito quale piega prenderà la storia... e invece ci si trova di fronte a uno scenario completamente differente, un discorso analogo vale per alcuni personaggi; si pensa di conoscerli e alla fine sorprendono sempre.
L'originalità della trama e dello sviluppo, uno stile curato e un vocabolario molto ricco fanno di Echi delle terre sommerse un'ottima lettura sia per gli amanti del Fantasy tradizionale, che per chi predilige l'intrigo politico, oltre a dimostrare chiaramente il talento di questa giovane autrice, a cui auguriamo una grande fortuna.
Ely




martedì 15 settembre 2015

DANIELLE STEEL ALL'ITALIANA


DANIELLE STEEL ALL'ITALIANA

Francesca Collins è una giovane donna sensibile e intelligente, ma quando acconsente a una notte di passione con uno sconosciuto non sa che quel momento segnerà l'inizio di qualcosa di molto speciale...

Che cosa hanno in comune Tiziana Lia, autrice Self di origini romane e Danielle Steel, indiscussa regina della narrativa Romance mondiale?
Sicuramente la capacità di creare delle belle letture; infatti Ai confini del cuore, nonostante qualche svista nell'editing, una volta aperto si rivela un romanzo davvero ben fatto, che si legge tutto d'un fiato.
Artefice di questo successo senza dubbio la trama, sviluppata con intelligenza ed equilibrio, in cui l'elemento Romance è sì presente, ma non onnipresente fino a diventare stucchevole, o peggio (come accade in altri lavori), sfociare nell'assurdo.
Questa gestione "parsimoniosa" del lato rosa permette di approfondire maggiormente la psicologia e le dinamiche tra i vari protagonisti, dando corpo e spessore alla trama. 
I personaggi, credibili e ben strutturati, sono un altro punto di forza di questo lavoro; risulta molto facile immedesimarsi nelle ansie di Francesca, una madre single con alle spalle un passato difficile, o di Ray medico sull'orlo del divorzio e padre di due bambine. 
Un ultimo tocco di classe viene dato dallo stile preciso e dal vocabolario, che rappresenta un ottimo esempio di come una prosa semplice e scorrevole possa anche essere varia ed evocativa.
Volendo trovargli un difetto si potrebbe dire che il finale non riserva troppe sorprese, ma per il resto davvero nulla da eccepire!

Ely




venerdì 8 maggio 2015

MITOLOGIA CHE PASSIONE



MITOLOGIA CHE PASSIONE


Damian è un principe degli Dei, un guerriero nato, e nella sua vita difficile fatta di omicidi e solitudine non c'è mai stato posto per l'amore. 
Questo fino a quando non gli viene ordinato di proteggere Sofia, una ragazza particolare sotto molti punti di vista... 

Mitologia à gogo, tanta azione, uno stile frizzante e una trama originale... ecco gli elementi che fanno de La Chiave di Poseidone di Thalia Mars, un romanzo particolare e avvincente. 
Sin dalle primissime pagine intuiamo che gli stereotipi sono banditi, infatti Damian, di professione serial killer con pochi scrupoli e ancor meno senso morale, è molto lontano dal classico "bravo ragazzo" presente in tantissimi Paranormal Romance e Young Adult.
Allo stesso modo Sofia non è esattamente una ragazza fragile e insicura, dato che sin da piccola ha dovuto badare a se stessa ed alla madre alcolizzata.
Tuttavia, al di là dei personaggi ben caratterizzati e della trama interessante, quello che fa davvero la differenza in questo libro è l'abilità della Mars nel riuscire a gestire il tutto per quasi ottocento pagine, avvalendosi in modo intelligente di tutti gli escamotages per catturare e mantenere l'attenzione del lettore.
Dai cambi di POV, all'introduzione di nuovi personaggi, che all'inizio sembrano semplici comprimari, ma poi man mano si evolvono diventando veri e propri co-protagonisti, fino a una narrazione in bilico tra passato, presente, e futuro con flashback e flashforward che aiutano a comprendere meglio sia la storia che le motivazioni dei protagonisti.
Ovviamente anche La Chiave di Poseidone non è immune da qualche difetto, come la tendenza dell'autrice a dilungarsi un po' troppo in alcuni passaggi, o a ribadire concetti già chiari. 
Ciò nonostante, vedere un'esordiente riuscire a portare a termine con successo un progetto così ambizioso, cercando di curare al massimo anche la formattazione e la correttezza lessicale, davvero non è una cosa comune. 
Complimenti a Thalia dunque, che con questo esordio ho dimostrato di meritare in pieno consensi ed attenzione. 


Ely




  

sabato 7 marzo 2015

FANTASY D'ORIENTE...




FANTASY D'ORIENTE...


Adoulla Makshlood, anziano cacciatore di Ghul, gli orrori senza volto che minacciano la città di Dhaamsawat, è stanco della propria esistenza.
Vorrebbe soltanto godersi il meritato riposo, quando lui e il suo giovane assistente derviscio vengono coinvolti in una missione senza precedenti...

Grazie a un'ambientazione originale in bilico tra Robin Hood, Le mille e una notte e Indiana Jones, Saladin Ahkmed scrittore americano al suo debutto, dà vita a un mondo non troppo complicato, ma comunque affascinante.
Infatti, anche se con qualche ingenuità, Il trono della luna crescente è un romanzo ben scritto e appassionante.
L'autore sin dalle prime pagine prende per mano il lettore accompagnandolo nei vicoli di Dhaamsawat, città medio-orientale opulenta e decadente in cui convivono povertà, grandi ricchezze, intrighi e magia.
La trama, pur presentando tematiche classiche come la lotta del bene contro il male, amore, amicizia, si sviluppa in modo lineare. e coerente, con un'ottima mescolanza di gener(dal giallo al romance) ed una gestione ben fatta dei diversi  POV,  che  permette di immedesimarsi senza sforzo nei vari personaggi sia principali che secondari.
Non mancano momenti divertenti che si alternano ad altri più cupi, catturando l'attenzione in un'altalena di emozioni.
Lo stile è buono, anche se non eccessivamente ricercato e contribuisce a rendere scorrevole la lettura.
Le descrizioni usate con parsimonia e molto evocative tratteggiano bene lo scenario di riferimento, che da solo varrebbe la lettura del libro.
Certo, se l'autore avesse scelto di approfondire maggiormente sia la trama che il background, forse Il trono della luna crescente avrebbe potuto diventare un lavoro imponente sulla falsa riga di quelli di Sanderson, o Jordan, ma anche così, rimane un ottimo investimento. 
Congratulazioni ad Ahkmed, aspetteremo con impazienza il seguito!!

Ely