"Perché i bei libri sono come una tazza di cioccolata calda,

inebrianti ed avvolgenti…"

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domenica 14 agosto 2016

IL PRINCIPE DELLE TENEBRE AKA "NON SEMPRE L'UMORISMO PAGA"

IL PRINCIPE DELLE TENEBRE AKA "NON SEMPRE L'UMORISMO PAGA"

Jalan Kendeth, giovane principe di Marca Rossa, si nasconde da sempre dietro al suo titolo nobiliare, per non far capire agli altri quanto, in realtà, sia solo un donnaiolo codardo, irresponsabile e vanesio.
L'ennesima imprudenza però, lo metterà in una situazione terribile, da cui non sarà tanto facile scappare...

Mark Lawrence ha esordito in patria, gli States, nel lontano 2011 con il primo volume della Broken Empire Trilogy, successivamente completata nel 2013, poi tradotta in italiano da Newton Compton col titolo La Trilogia dei fulmini.
Da un autore con alle spalle una certa esperienza, ci si aspetterebbe un lavoro di buona qualità, invece Il principe delle tenebre, romanzo d'apertura di una nuova saga, delude molto.
A differenza di altri romanzieri sempre alla ricerca dell'originalità, Lawrence si limita a mescolare azione, leggende nordiche conosciute, sarcasmo, e horror alla Residenti Evil, in un romanzo nel complesso carino, ma nulla più.
La trama (narrata in prima persona da Jalan) alterna alti e bassi; per cui a momenti davvero appassionanti, ne seguono altri piatti ai limiti della noia.
Anche l'eccessivo utilizzo del sarcasmo non contribuisce certo alla buona riuscita del lavoro. 
Se una battuta ogni tanto può alleggerire la tensione, cercare il lato comico della situazione anche quando si sta scappando al buio da un morto vivente, non ha molto senso, oltre a rovinare del tutto l'atmosfera.
Infine, non si può non menzionare il titolo inadatto scelto da Newton Compton, quando l'originale Prince of fools risulta decisamente più azzeccato e coerente. 
Rimanendo in tema di "scelte inadatte", si potrebbe discutere sul buon senso dimostrato da alcuni autori nelle loro dichiarazion sul libro, in cui l'hanno paragonato addirittura alle opere di George Martin, che invece sono su ben altro livello per quanto riguada originalità e spessore. 
Queste dichiarazioni sono (purtroppo) state riprese fedelmente da Newton Compton a scopo pubblicitario, col risultato di creare aspettative totalmente sbagliate.
Il principe delle tenebre, può essere una valida lettura per un neofita del Fantasy, o per chi ha voglia di rilassarsi sottol'ombrellone, ma se si sta cercando un novello George Martin... bisogna cercare altrove.
Ely

lunedì 23 maggio 2016

CENERENTOLA HIGH TECH...



Cinder, in parte umana in parte Cyborg, ha atteso tutta la vita qualcuno che la guardasse, giudicandola solo per la sua bellezza interiore, senza farla sentire strana o un mostro. 
I suoi desideri vengono esauditi all’improvviso quando il principe Kaito, erede al trono del Commonwealth, sembra dimostrare un sincero interesse nei suoi riguardi...


DaI tempi dei tempi i bibliofili amano leggere bei libri e parlarne con gli amici, facendogli scoprire nuovi titoli di qualità. 
Proprio il passaparola infatti, ha dato il via alla lettura di Cinder, primo capitolo delle Cronache lunari, create dall’autrice statunitense Marissa Mayer
Cinder, in sostanza rivisita in chiave moderna la favola di Cenerentola, mantenenndone intatti lo spirito, così come i principali elementi narrativi, che vengono inseriti nella storia in modo del tutto particolare.
La trama contiene un mix ben riuscito di generi diversi, tutti in perfetto equilibrio tra loro: si va dall' ambientazione distopica non troppo deprimente, alla storia d'amore romantica senza scadere nel melenso, per concludere con una spy story lineare, ma comunque accattivate. 
Lo stile semplice, curato, facilita al massimo l’immedesimazione nei vari personaggi. 
Qualche lettore, soprattutto maschio, potrebbe storcere un po' il naso davanti alla capostipite delle fiabe per bambine, del resto, si sa, nel mondo reale i Principi Azzurri sono rari.
Eppure, proprio in questo sta la forza del romanzo; nel riuscire a far sognare con leggerezza, trasmettendo al contempo un bellissimo messaggio di speranza per chi, da sempre, si sente brutto, diverso: abbi fede, domani la tua vita potrebbe cambiare.
Un esordio magico, in grado di coniugare perfettamente leggerezza e riflessione. 
Ely


domenica 15 maggio 2016

I DUE REGNI:LA CITTÀ INTERA


I DUE REGNI:LA CITTÀ INTERA

Addestrata come combattente sin da bambina Farwel, compiuto il tredicesimo anno di età, potrà finalmente iniziare a frequentare l'Accademia del Delor. 
Insieme alle sue amiche d'infanzia studierà lì sei anni, per diventare una guerriera completa, l'orgoglio della sua famiglia. 
Peccato che, durante la cerimonia di ammissione, scoprirà come il suo destino sarà in realtà ben diverso...

Leggendo la quarta di copertina de I due regni: La Città Intera firmato Alessia Palumbo, si intuisce subito di avere tra le mani un romanzo fuori dai soliti canoni del Fantasy Classico.
Non abbiamo infatti un mondo magico, popolato da creature fantastiche, viceversa veniamo catapultati in una società in decadenza, sull'orlo del collasso, dove regnano la tirannia e il genocidio dei Maghi, imposto dalla Città Intera. 
Farwel rappresenta l'unica speranza di salvezza, ma invece di incarnare lo stereotipo dell'eroina pura di cuore, disposta al sacrificio, sembra più una donna alla perenne ricerca di sé stessa, desiderosa di riparare ai numerosi errori commessi in passato. 
Risulta evidente da subito il tentativo dell'autrice di creare qualcosa di diverso; così come la sua bravura nel gestire la trama, divisa in ben tre filoni narrativi, in bilico tra passato e presente.
Trattandosi comunque di un'opera prima presenta qualche imperfezione; la più frequente è sicuramente la tendenza a ripetere tante, troppe volte, concetti che dopo poche pagine possono essere sconsiderati scontati.
Nonostante siano stati inseriti dei momenti di maggiore leggerezza, visti i temi affrontati (genocidio, sofferenza), I due regni: La Città intera, pur essendo molto bello, resta una lettura più adatta per un pubblico alla ricerca di un Fantasy profondo, impegnativo, a tratti cupo, piuttosto che per chi sta cercando semplicità ed evasione. 
Un esordio particolare e sfaccettato dunque, per un'autrice che vale sicuramente la pena di avere sugli scaffali delle nostre librerie.
Ely 





sabato 2 gennaio 2016

TRA LUCE E TENEBRA...


Avril è cresciuta sola in un castello senza amore né gioia.
Del resto, essendo figlia di Tenebra, l'entità immortale che su Kyom(una sorta di pianeta parallelo dove abitano le anime dei defunti) si occupa di torturare coloro che in vita hanno agito male, non avrebbe potuto aspettarsi niente di diverso.
Non sa cosa significhi avere una famiglia unita o dei veri amici, almeno fin quando suo padre Luce non decide di volerla conoscere...


Succede spesso di leggere la frase “Una nuova promessa del Fantasy italiano”, abbinata ad autori o autrici alle prime armi.
Capita quasi altrettanto spesso di scoprire come, in quei romanzi decantati da interviste e recensioni, di promettente ci sia ben poco.
Per fortuna questo non è il caso di Giorgia Vasaperna; infatti nonostante la giovane età, nel suo Like Lions ci sono tutti i prodromi di un'autrice di buon talento.
In primis una trama che tenta di discostarsi dai soliti cliché per creare qualcosa di diverso e originale, secondariamente uno stile fluido, sintatticamente corretto, in grado di avvincere il lettore e fargli terminare senza sforzo il libro.
Tuttavia, nonostante le buone premesse, Like Lions non è immune da alcuni dei difetti DOC tipici degli scrittori esordienti: infodump e descrizioni troppo schematiche.
Infatti, se da una parte un modo di scrivere semplice facilita la lettura, dall'altra abusandone si rischia di creare in alcuni punti un elenco asettico di persone e cose, che a lungo andare può finire con l'infastidire, o peggio annoiare il lettore.
Comunque, al di là di questi difetti ampiamente curabili attraverso esperienza e buone letture, Like Lions rimane un ottimo romanzo per bambini e ragazzi, e anche per adulti, purché sappiano vedere oltre e coglierne la freschezza.

Ely

domenica 27 dicembre 2015

ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI CON FEDERICA LEVA



ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI CON FEDERICA LEVA

Tresan, figlio cadetto del Sopracavaliere di Misrenea, non sembra destinato a un futuro di onori e grandezza.
Studioso per natura e poco portato per le armi, pare condannato a dover servire come attendente il fratello maggiore Rupens, erede del titolo, prediletto dal padre e apparentemente perfetto.
Tuttavia, una serie di profezie collegate a un passato antichissimo, aiuteranno Tresan a capire quanto la sua esistenza sia tutt'altro che ininfluente...

Basta fare una veloce ricerca sul Web per accorgersi di come Federica Leva non sia una novellina nel mondo della scrittura, avendo già all'attivo diverse pubblicazioni e partecipazioni a concorsi.
Tutta questa esperienza è stata sicuramente messa a frutto nella stesura di Echi delle Terre sommerse che, pur essendo il suo primo Fantasy di una certa lunghezza, è un romanzo appassionante e ben costruito.
Non è facile creare un mondo ex novo partendo da zero, eppure Federica ce l'ha fatta abbandonando le ambientazioni standard per una più originale e bucolica: un arcipelago di isole indipendenti tra loro, ma unite da una fitta ragnatela di intrighi e complotti.
In questo scenario così particolare si muove un protagonista per certi aspetti molto “classico” (si tratta del tipico ragazzino inesperto in una fase di crescita), in grado con la sua spontaneità e simpatia, di conquistarsi in fretta l'affetto e la stima del lettore.
Particolarmente interessanti sono le dinamiche che caratterizzano il rapporto tra Tresan e il padre; pur essendo uniti da un affetto sincero questi due uomini, come avviene spesso anche nella vita reale, non riescono mai a parlarsi apertamente, superando così il muro di incomprensioni e silenzio che li divide. 
A rendere davvero particolare questo libro però è la sua imprevedibilità.
Da un certo punto in poi si crede di aver capito quale piega prenderà la storia... e invece ci si trova di fronte a uno scenario completamente differente, un discorso analogo vale per alcuni personaggi; si pensa di conoscerli e alla fine sorprendono sempre.
L'originalità della trama e dello sviluppo, uno stile curato e un vocabolario molto ricco fanno di Echi delle terre sommerse un'ottima lettura sia per gli amanti del Fantasy tradizionale, che per chi predilige l'intrigo politico, oltre a dimostrare chiaramente il talento di questa giovane autrice, a cui auguriamo una grande fortuna.
Ely




lunedì 24 agosto 2015

OBSIDIAN E L'ARTE DEL CLICHE'



OBSIDiAN E L'ARTE DEL CLICHÈ


Dopo aver assistito all'agonia del padre morto di cancro, la sedicenne Katy si stabilisce con la madre in West Virginia per cercare di rifarsi una vita e recuperare un po' di serenità.
Viene subito conquistata dal fascino del suo vicino di casa Daemon Black, ragazzo bellissimo e apparentemente normale, che però nasconde un enorme segreto...

Reso celebre a livello planetario dalla serie Twlight di Stephanie Meyer, il Paranormal Romance è attualmente una delle branche più apprezzate, diffuse e affollate di autori del Fantasy Contemporaneo. 
In questo mare magnum così ampio e variegato si possono trovare sicuramente scritti di qualità, ma anche romanzi meno belli. 
Questo purtroppo il caso di Obsidian di Jennifer Armentrout, primo capitolo della serie Lux composta per ora da otto volumi di cui sei pubblicati in italia, un inedito e uno Spin off. 
Cosa rende Obsidian una lettura poco piacevole e stimolante? 
Anzitutto una storia che segue religiosamente i canoni del proprio genere di appartenenza, senza offrire alcun vero spunto originale o creativo, né a livello di trama né a livello di contesto: c'è un paesino dove tutti si conoscono ma nessuno (o quasi) sembra notare fenomeni stranissimi, c'è una protagonista molto insicura che senza bisogno di fare granché si trova perfettamente inserita tra gli adolescenti del posto, un ragazzo bellissimo non umano, e dulcis in fundo una love story in cui l'amore fortissimo la fa da padrone.
Del resto l'esperienza ci insegna che l'originalità non è fondamentale, e dunque la prevedibilità di questo libro sarebbe ancora il male minore, se a rendere più indigesto il tutto non avessimo caratterizzazione dei personaggi poco approfondita, con contorno di prosa piatta estremamente terra terra, e dialoghi tra Daemon e Katy ripetuti all'infinito su questa falsariga: "Tu mi vuoi", "No non ti voglio", "Sì che mi vuoi".
Questi ultimi, soprattutto proseguendo con il volume successivo, finiscono davvero con l'esasperare il lettore, che a un certo punto comincia a chiedersi quando finalmente faranno sesso, in modo che si possa smettere di parlarne. 
L'attrazione sessuale tra i due protagonisti è evidentissima sin dalle prime battute e purtroppo sviluppata senza molto buon gusto o raffinatezza; abbondano momenti in cui Daemon è a petto nudo, o ci tiene a far sentire a Katy la sua "prestanza" a livello fisico (chi ha orecchie per intendere, intenda), finendo col dare vita a scene e dialoghi che lungi dall'essere romantici o erotici, sono piuttosto un connubio tra il ridicolo e l'imbarazzante.
Oltre al lato Romance in Obisdian abbiamo una trama di stampo fantascientifico, ma anche quest'ultima risente pesantemente delle lacune dell'autrice, finendo col mettere in scena sviluppi, idee e concetti che potevano forse andare bene trent'anni fa, ma che adesso non sono altro che stereotipi e cliché triti e ritriti su quanto la burocrazia e il governo USA possano essere gretti e ottusi nei confronti di creature diverse, anche se fondamentalmente buone e inoffensive. 
Dunque un esordio molto deludente per la Armentrout, che invece di scatenare la sua verve (come ha fatto qualche anno dopo in Dolce come il miele) ha scelto la strada più comoda limitandosi ad attingere a piene mani da situazioni e idee già viste, ma di grande successo commerciale.

Ely



venerdì 8 maggio 2015

MITOLOGIA CHE PASSIONE



MITOLOGIA CHE PASSIONE


Damian è un principe degli Dei, un guerriero nato, e nella sua vita difficile fatta di omicidi e solitudine non c'è mai stato posto per l'amore. 
Questo fino a quando non gli viene ordinato di proteggere Sofia, una ragazza particolare sotto molti punti di vista... 

Mitologia à gogo, tanta azione, uno stile frizzante e una trama originale... ecco gli elementi che fanno de La Chiave di Poseidone di Thalia Mars, un romanzo particolare e avvincente. 
Sin dalle primissime pagine intuiamo che gli stereotipi sono banditi, infatti Damian, di professione serial killer con pochi scrupoli e ancor meno senso morale, è molto lontano dal classico "bravo ragazzo" presente in tantissimi Paranormal Romance e Young Adult.
Allo stesso modo Sofia non è esattamente una ragazza fragile e insicura, dato che sin da piccola ha dovuto badare a se stessa ed alla madre alcolizzata.
Tuttavia, al di là dei personaggi ben caratterizzati e della trama interessante, quello che fa davvero la differenza in questo libro è l'abilità della Mars nel riuscire a gestire il tutto per quasi ottocento pagine, avvalendosi in modo intelligente di tutti gli escamotages per catturare e mantenere l'attenzione del lettore.
Dai cambi di POV, all'introduzione di nuovi personaggi, che all'inizio sembrano semplici comprimari, ma poi man mano si evolvono diventando veri e propri co-protagonisti, fino a una narrazione in bilico tra passato, presente, e futuro con flashback e flashforward che aiutano a comprendere meglio sia la storia che le motivazioni dei protagonisti.
Ovviamente anche La Chiave di Poseidone non è immune da qualche difetto, come la tendenza dell'autrice a dilungarsi un po' troppo in alcuni passaggi, o a ribadire concetti già chiari. 
Ciò nonostante, vedere un'esordiente riuscire a portare a termine con successo un progetto così ambizioso, cercando di curare al massimo anche la formattazione e la correttezza lessicale, davvero non è una cosa comune. 
Complimenti a Thalia dunque, che con questo esordio ho dimostrato di meritare in pieno consensi ed attenzione. 


Ely




  

mercoledì 8 aprile 2015

IL LATO DARK DEL PARANORMAL ROMANCE...



IL LATO DARK DEL PARANORMAL ROMANCE 

Julian si sveglia in una bara; non ricorda di essere morto, e non ricorda quasi nulla della propria vita.
Sa solo due cose con certezza: deve frequentare la Damned Accademy e i dolori lancinanti che l'hanno perseguitato per tre anni sembrano misteriosamente svaniti...

Pur con alcune pecche dovute alla poca esperienza (un vocabolario non ricchissimo, la tendenza a ripetere concetti già chiari), tra i lavori di esordienti Mezzo Vampiro di Belinda Laj merita sicuramente un' attenzione speciale.
In primis perché, nonostante a fare da padroni nella storia siano vampiri, angeli e demoni, questi si discostano profondamente dal solito cliché ormai imperante nel Paranormal Romance.
In secondo luogo perché Julian è un personaggio complesso e sfaccettato che o si ama o si odia; le enormi sofferenze vissute l'hanno profondamente segnato, facendone un protagonista molto meno perfetto e accattivante di altri suoi colleghi e forse proprio per questo decisamente più reale e coerente.
Non è ossessivamente interessato a trovare l'anima gemella (una storia d'amore c'è, ma viene tenuta sullo sfondo), né tantomeno a diventare popolare, la sola cosa che gli importi davvero è riuscire a dipanare la rete di bugie e mistero che sembra avvolga tutta la sua esistenza.
Belinda Laj è stata molto abile nello sviluppare la trama poco per volta, dando modo al lettore di seguire agevolmente tutti i passaggi, riuscendo allo stesso tempo a mantenere alta la suspense; infatti fino all'ultimo non si riesce a intuire chi menta e chi stia dicendo la verità.
Particolarmente riuscita e toccante poi è la descrizione del profondo disagio vissuto da Julian per essere costantemente al centro di atti di emarginazione e bullismo.
Un romanzo cupo, con un'ambientazione claustrofobica che sconfina nel gotico, da cui è impossibile non restare affascinati.
Complimenti a Belinda dunque, stile e vocabolario si possono sicuramente migliorare facendo buone letture, ma la capacità di inventare qualcosa di diverso, fuori dai soliti schemi, è una dote innata. 

Ely





sabato 7 marzo 2015

FANTASY D'ORIENTE...




FANTASY D'ORIENTE...


Adoulla Makshlood, anziano cacciatore di Ghul, gli orrori senza volto che minacciano la città di Dhaamsawat, è stanco della propria esistenza.
Vorrebbe soltanto godersi il meritato riposo, quando lui e il suo giovane assistente derviscio vengono coinvolti in una missione senza precedenti...

Grazie a un'ambientazione originale in bilico tra Robin Hood, Le mille e una notte e Indiana Jones, Saladin Ahkmed scrittore americano al suo debutto, dà vita a un mondo non troppo complicato, ma comunque affascinante.
Infatti, anche se con qualche ingenuità, Il trono della luna crescente è un romanzo ben scritto e appassionante.
L'autore sin dalle prime pagine prende per mano il lettore accompagnandolo nei vicoli di Dhaamsawat, città medio-orientale opulenta e decadente in cui convivono povertà, grandi ricchezze, intrighi e magia.
La trama, pur presentando tematiche classiche come la lotta del bene contro il male, amore, amicizia, si sviluppa in modo lineare. e coerente, con un'ottima mescolanza di gener(dal giallo al romance) ed una gestione ben fatta dei diversi  POV,  che  permette di immedesimarsi senza sforzo nei vari personaggi sia principali che secondari.
Non mancano momenti divertenti che si alternano ad altri più cupi, catturando l'attenzione in un'altalena di emozioni.
Lo stile è buono, anche se non eccessivamente ricercato e contribuisce a rendere scorrevole la lettura.
Le descrizioni usate con parsimonia e molto evocative tratteggiano bene lo scenario di riferimento, che da solo varrebbe la lettura del libro.
Certo, se l'autore avesse scelto di approfondire maggiormente sia la trama che il background, forse Il trono della luna crescente avrebbe potuto diventare un lavoro imponente sulla falsa riga di quelli di Sanderson, o Jordan, ma anche così, rimane un ottimo investimento. 
Congratulazioni ad Ahkmed, aspetteremo con impazienza il seguito!!

Ely

martedì 3 marzo 2015

REBEL, UN PICCOLO GIOIELLO




REBEL, UN PICCOLO GIOIELLO


Bethany è un angelo con tutti i poteri del creato, eppure vuole una cosa sola: Il diritto di amare Xavier come una qualunque adolescente...

Rebel di Alexandra Adornetto, primo capitolo della "Halo Trilogy" (composta da Rebel, Heaven e Sacrifice), è un ottimo esempio di come un'autrice che si concentri esclusivamente sulla trama, eliminando il superfluo, faccia sempre centro.
La storia semplice e lineare viene sviluppata senza sbavature dall'inizio alla fine, supportata da uno stile fresco e conciso, ma non privo di spessore.
Proprio questa semplicità nel raccontare permette di tratteggiare veramente bene personaggi, ambienti e stati d'animo: come l'ingenua spontaneità di Bethany divisa tra quello che vuole e quello che sa essere giusto (in netto contrasto col distacco dei fratelli, angeli molto più anziani ed esperti), o la spensieratezza di Molly, tipica adolescente moderna, fino al senso di responsabilità di Xavier.
L'ambientazione bucolica in un pittoresco paesino in riva al mare, aggiunge un tocco suggestivo a un romanzo indirizzato a un pubblico giovane, ma allo stesso tempo gestito e sviluppato in modo impeccabile e quindi adattissimo anche per un lettore più adulto.
Dunque un bel 7 per questo piccolo gioiello pieno di amore e buoni sentimenti.

Ely








lunedì 26 gennaio 2015

PROFONDITA' E AMORE CON "WILDFIRE "



PROFONDITA' E AMORE CON "WILDFIRE"


Emma e Christopher non si conoscono, eppure hanno molte cose in comune.
Entrambi hanno una situazione famigliare disastrosa, poteri di cui farebbero volentieri a meno e una maledizione secolare che lega le loro famiglie da spezzare...

J.Lovely ci regala con Wildfire un esordio particolare e inaspettato.
Inaspettato perché, pur partendo da un contesto tipicamente Young Adult, la storia non ruota tanto intorno alle pene d'amore dei due protagonisti (che comunque non mancano), quanto piuttosto sull'esplorazione dei loro stati d'animo.
Cosa si prova a restare soli al mondo a diciotto anni? O nello scoprire che i propri genitori amano esclusivamente il figlio più dotato?
Rispondendo a queste domande in modo esaustivo e convincente, la Lovely riesce a creare due personaggi particolari e ben caratterizzati.
Lungi dall'essere i classici adolescenti Young Adult stereotipati e senza spessore Emma e Chris, proprio a causa delle loro sofferenze, appaiono molto più reali e credibili.
Una storia ben congegnata (anche se in alcuni punti un po' banale), e uno stile dal taglio ironico e conciso, fanno di Wildfire un romanzo godibile e avvincente, in cui oltre ai soliti batticuori vengono trattati temi più seri come l'amicizia, il senso di abbandono e la solitudine dopo un lutto.
Purtroppo, come tante opere Self, anche questo romanzo avrebbe beneficiato dell'occhio esperto di un correttore di bozze, dato che non mancano alcune sviste. sia nella coniugazione dei verbi che nella formattazione del testo, ma nulla che pregiudichi la lettura o sia paragonabile per gravità a lavori dove la banalità e la cattiva conoscenza dell'italiano regnano sovrani.
Un debutto in grande stile dunque, per un autrice giovane, ma già dotata di un ottimo talento!!


Ely




martedì 4 novembre 2014

EMOZIONI E PASSIONE CON "ETERNAL FLAME "


EMOZIONI E PASSIONE CON "ETERNAL FLAME "


Elettra, una ragazza rimasta orfana, ha poche speranze di riuscire a vendicarsi dei mostri che hanno distrutto la sua famiglia e la sua serenità.
Tuttavia, un salvataggio in un vicolo a tarda sera, forse potrà cambiare le sorti di quest'impresa disperata...

Alla sua prima prova nel mondo Paranormal Romance Martina Salice non delude le aspettative.
Eternal Flame infatti è un romanzo dalla struttura robusta, con il giusto mix tra passione e avventura.
La trama, intrigante sin dall'inizio, spazia attraverso generi diversi (dal paranormal al giallo) e può contare su un cast di personaggi ben caratterizzati e interessanti.
Con uno stile fluido e un vocabolario semplice, anche se forse un po' povero, l'autrice riesce a creare immagini estremamente vivide, alternando momenti di grande tensione ad altri di passione ardente.
Le scene d'amore, gestite con realismo e buon gusto, sono proprio uno dei punti di forza del libro, perché riescono a integrarsi al meglio nella trama arricchendola, senza mai dare l'impressione di essere un riempitivo fine a se stesso.
Particolarmente apprezzabile poi è la padronanza delle coniugazioni verbali, un pregio non comune in un periodo in cui espressioni come "che io potrei" sono tristemente all'ordine del giorno.
Purtroppo però anche Eternal Flame non è immune da qualche difetto.
Anzitutto la tendenza a ribadire troppe volte idee e concetti che dopo poche pagine possono essere dati per scontati.
In secondo luogo, avendo scelto di puntare i riflettori sui personaggi principali, a volte non sono ben chiare le motivazioni che spingono i co-protagonisti a comportasi in un determinato modo.
Nonostante queste imperfezioni, Eternal flame rimane un  ottimo lavoro d'esordio, una lettura imperdibile se amate i brividi di passione e le emozioni forti.

Ely


mercoledì 15 ottobre 2014

DI VAMPIRI E SOAP OPERA ...




DI VAMPIRI E SOAP OPERA

La vita di Emily è un incubo: al dolore per un matrimonio pieno di abusi e violenze, si aggiunge la paura costante di essere attaccata dagli Heku, creature sanguinarie simili a vampiri.
Non sa che la chiave per uscire da questa prigione è più vicina di quanto non pensi...


T. M. Nielsen, prolifica autrice statunitense, inaugura con Heku la Serie Heku, a oggi composta da nove romanzi più diversi Spin Off.
Perché leggere  di questa ennesima Love Story tra un umana e un immortale?
Prim perchè abbiamo uno stile immediato, fresco, pulito,  senza mai  essere sciatto, nonostante una traduzione davvero pessima.
Secondo una trama sviluppata e gestita in modo intelligente: Emily e le sue avventure ci vengono presentate poco per volta, i colpi di scena inseriti con regolarità (uno ala fine di ogni capitolo), mantengono viva l'attenzione del lettore senza stancarlo o confonderlo.   
Il perno di questo lavoro però sono le caratterizzazioni dei personaggi.
 Le fobie e le paure di Emily, il suo senso di colpa e l'odio verso sé stessa, sono tipiche di donne maltrattate, così come la rigidità e l'ossessione per la disciplina di Chevalier, sono tipici di quei microcosmi in cui non c'è libertà di scelta, e a comandare è il più forte.
La Nielsen infatti, pur smussandone i tratti, recupera molta di quella che è la figura classica del vampiro  un essere brutale, spesso in balia dei propri istinti, riuscendo così a scostarsi dai tanti Paranormal Romance più o meno cloni di Twilight. 
Queste caratteristiche, oltre alla lunghezza abbastanza contenuta, fanno di Heku  un lavoro particolare ed appassionante, quasi alla stregua di una soap opera.
Tuttavia è importante notare come l'autrice, al di là del contesto fantastico, attraverso Emily voglia trasmettere un messaggio di speranza su come  sia possibile  uscire da una gabbia mentale di solitudine ed autodistruzione, attraverso l'Amore e l'affetto di persone care.

Ely