MITOLOGIA CHE PASSIONE
Damian è un principe degli Dei, un guerriero nato, e nella sua vita difficile fatta di omicidi e solitudine non c'è mai stato posto per l'amore.
Questo fino a quando non gli viene ordinato di proteggere Sofia, una ragazza particolare sotto molti punti di vista...
Questo fino a quando non gli viene ordinato di proteggere Sofia, una ragazza particolare sotto molti punti di vista...
Mitologia à gogo, tanta azione, uno stile frizzante e una trama originale... ecco gli elementi che fanno de La Chiave di Poseidone di Thalia Mars, un romanzo particolare e avvincente.
Sin dalle primissime pagine intuiamo che gli stereotipi sono banditi, infatti Damian, di professione serial killer con pochi scrupoli e ancor meno senso morale, è molto lontano dal classico "bravo ragazzo" presente in tantissimi Paranormal Romance e Young Adult.
Allo stesso modo Sofia non è esattamente una ragazza fragile e insicura, dato che sin da piccola ha dovuto badare a se stessa ed alla madre alcolizzata.
Tuttavia, al di là dei personaggi ben caratterizzati e della trama interessante, quello che fa davvero la differenza in questo libro è l'abilità della Mars nel riuscire a gestire il tutto per quasi ottocento pagine, avvalendosi in modo intelligente di tutti gli escamotages per catturare e mantenere l'attenzione del lettore.
Dai cambi di POV, all'introduzione di nuovi personaggi, che all'inizio sembrano semplici comprimari, ma poi man mano si evolvono diventando veri e propri co-protagonisti, fino a una narrazione in bilico tra passato, presente, e futuro con flashback e flashforward che aiutano a comprendere meglio sia la storia che le motivazioni dei protagonisti.
Ovviamente anche La Chiave di Poseidone non è immune da qualche difetto, come la tendenza dell'autrice a dilungarsi un po' troppo in alcuni passaggi, o a ribadire concetti già chiari.
Ciò nonostante, vedere un'esordiente riuscire a portare a termine con successo un progetto così ambizioso, cercando di curare al massimo anche la formattazione e la correttezza lessicale, davvero non è una cosa comune.
Complimenti a Thalia dunque, che con questo esordio ho dimostrato di meritare in pieno consensi ed attenzione.
Ely
Sembra decisamente da leggere e tenere d'occhio.
RispondiEliminaCerto, sentir parlare di una "correttezza lessicale non comune" è un grido di dolore per tutto il resto del panorama: l'uso impeccabile della lingua dovrebbe essere il primo requisito di un libro! Se non sono i libri a fare la cultura… :)