"Perché i bei libri sono come una tazza di cioccolata calda,

inebrianti ed avvolgenti…"

giovedì 26 marzo 2015

LIVE FROM CARTOOMiCS...


LIVE FROM CARTOOMICS


In occasione del Cartoomics di Milano che si è svolto il 13,14,15 Marzo presso il polo fieristico di Rho Fiera, ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Lorena Laurenti (Ladri di Anima, 50 sfumature di libri, La serie di Tri e Nero Assoluto), Elena Ticozzi Valerio (PALINDRA: La stirpe di Inanna) e Vittoria Serena Dalton (Unchanged), tutte e tre appartenenti a Selected Selfpublishing.
Ecco dunque la trascrizione dell'intervista, spero vi piaccia!

ECP: Elena cioccolata di parole 
ETV: Elena Ticozzi Valerio 
VSD: Vittoria Serena Dalton
   LL: Lorena Laurenti   


ECP: Buongiorno ragazze, è un piacere incontrarvi.
 Io sono Elena, founder di Cioccolata di parole, vi va di parlarci un po' di voi?
ETV: Certo! Noi siamo l'associazione culturale Selected Self Publishing, in fiera presenti: io che sono Elena Ticozzi Valerio, Lorena Laurenti e Vittoria Serena Dalton.
Il nostro scopo è promuovere persone che si sono auto pubblicate e che hanno creato un prodotto di qualità. 
In sostanza non siamo una casa editrice, gli autori ci mandano il loro lavoro e noi cerchiamo di aiutarli a migliorarlo; suggerendo l'editing dove necessario, o comunque facendoli affiancare da dei professionisti, in modo che il romanzo finito abbia la stessa qualità di quello  prodotto da una casa editrice.
Soprattutto, tentiamo di aiutare scrittori molto giovani che sono ancora un po' inesperti e a volte non sanno come articolare bene le loro idee...
ECP: Questo mi sembra un problema abbastanza comune nel mondo Self...
ETV: Assolutamente, è vero che grazie al Self Publishing oggi è il pubblico a scegliere e quindi c'è una maggiore democrazia, va anche detto però che non ci si può limitare a tirare fuori un libro dal cassetto e buttarlo nell'arena, senza  rileggerlo o preoccuparsi troppo della qualità.
ECP: A proposito di qualità, ho notato che alcuni esordienti provano quasi una forma di imbarazzo o reticenza nel rivolgersi a un editor professionista, come se fossero convinti di dover fare tutto da soli...
ETV: Questa paura non dovrebbe esserci! L'editor è una figura importantissima, che per definirsi tale deve sicuramente avere una grande cultura e proprietà di linguaggio, sfortunatamente oggi molti si fregiano di questo titolo senza  averne davvero le capacità.
ECP: Cosa distingue secondo voi un editor professionista, da uno dilettante?
ETV: Sicuramente l'approccio sul libro, un vero editor cerca di affiancare l'autore senza soverchiarlo, in modo che il risultato finale non sia solo grammaticalmente corretto, ma rispecchi anche il messaggio che chi l'ha scritto vuole trasmettere.
In molti casi editor e scrittore riescono a lavorare in perfetta sinergia, in altri purtroppo si finisce col creare un po' di attrito.
ECP: Spesso è dura riuscire ad accettare delle critiche, anche se fatte con le migliori intenzioni.
ETV: È vero, ma secondo noi in certi casi è necessario che l'autore faccia u  piccolo "passo indietro", rendendosi conto di come tutto sia relativo e migliorabile, e di come le osservazioni di un editor competente non vadano prese come affronti personali, ma come spunti per un miglioramento. 
Va anche detto che a volte c'è il rovescio della medaglia, per cui  un prodotto Self viene etichettato come "scadente" o "improvvisato", quando magari, come nel mio caso, chi lo crea ha fatto due anni di ricerche storiche per documentarsi.
ECP: Mi è capitato di essere contestata perché ho espresso la mia opinione su un libro, senza averlo terminato, secondo voi è un atteggiamento scorretto?
ETV: No, perché comunque un lettore smaliziato (e soprattutto un bravo editor) è in grado di capire nel giro di poche pagine se si trova in presenza di un romanzo con delle pecche (alla fine di perfetto non c'è nessuno), ma comunque con una trama valida, piuttosto che a una accozzaglia di cliché ed errori, sia grammaticali che di sintassi. 
I gusti personali sono sacri, ma bisogna anche saper ammettere quando sono presenti delle lacune oggettive ed evitare di "tapparsi le orecchie" di fronte alle critiche negative, bollandole a priori come sbagliate e crudeli, o scegliendo di ascoltare solo i pareri di amici e conoscenti. 
VSD: Se più lettori fanno rilevare che un determinato aspetto del romanzo non funziona, ci sarà un buon motivo.
Da questo punto di vista i campioni sono molto utili, anche se si tratta solo di un estratto permettono a un potenziale lettore di farsi un'idea dello stile dell'autore e del genere di opera che sta valutando di acquistare.
ECP: Restando in tema di gusti e opinioni, ho sentito delle voci secondo cui a volte accadrebbero delle cose non proprio corrette, come per esempio autori che senza aver letto i reciproci lavori si scambiano su Amazon recensioni entusiaste. Secondo voi succede davvero o sono soltanto dicerie?
LL: All'interno della nostra associazione questo scambio c'è, ma solo se le persone interessate hanno davvero letto il libro dell'altro, però su Facebook mi è capitato di essere contattata da persone che volevano una recensione positiva, senza che avessi letto il loro libro, e io mi sono sempre rifiutata, perché quando parlo bene di un romanzo è la mia reputazione e credibilità che metto in gioco.
VSD: Bisogna anche dire che i blogger hanno una responsabilità non indifferente, in fondo le loro recensioni sono rivolte soprattutto ai lettori e parlare bene di una storia o un autore senza conoscerli è sia scorretto che rischioso.
ECP: Mi capita di pensare che con l'avvento del Self Publishing ci sia stata una forte commercializzazione della letteratura, per cui a volte vengono fatte delle vere e proprie campagne di Marketing a tappeto molto invasive, col solo scopo di vendere, o comunque ricalcare il successo di romanzi che sono diventati celebri...
ETV: Purtroppo è vero! Sarebbe opportuno che chi inizia a scrivere si ricordasse che deve essere prima di tutto e soprattutto un piacere, quindi vivere la propria esperienza con serenità, non trasformandola in una corsa per arrivare, costi quel che costi.
LL: Purtroppo a volte accadono persino episodi di Cyberbullismo nei confronti di esordienti che vengono stroncati su Amazon senza motivo perché magari non accettano di lasciare commenti entusiasti per romanzi che non hanno letto, o le loro opinioni su un certo libro sono più critiche e obiettive di tanti altri...
ETV: In definitiva a mio avviso un bravo scrittore dovrebbe preoccuparsi soltanto di leggere e migliorare, non dovrebbe avere tempo da perdere facendo la guerra o ripicche ad altri. 
ECP: Restando in tema di letture, ho constatato che alcuni autori Self che amano scrivere Fantasy ritengono inutile la lettura dei Grandi Classici (Shakespeare, Dickens, Bronte), perché ormai in un certo senso, superati, pensate sia vero?
ETV: Una cosa che consigliamo sempre è leggere di tutto!
VSD: Ma non soltanto Urban Fantasy, o lavori pubblicati a partire dal 2000, c'è tutta la narrativa da scoprire, e un buon autore è anche un lettore a 360 gradi.
ETV: In fondo se ci pensiamo Dante ha scritto un romanzo Fantasy rimasto immortale, o Shakespeare (che si dice avesse a sua volta origini italiane), è a questi Grandi Maestri che non si dovrebbe mai smettere di guardare, non per diventare come loro, ma per capire che leggere letteratura di qualità è uno strumento fondamentale per imparare il mestiere di scrittore... oltre ovviamente ad aprire  un buon dizionario!
ECP: Un dizionario?
ETV: Certo, un dizionario della lingua italiana o dei sinonimi e dei contrari in cui ci sono decine di sfumature e aggettivi... davvero c'è tutto un mondo da esplorare  se non ci si limita sempre a fare le stesse letture.
ECP:  E infatti ci sono tanti lavori dove la trama è anche buona, ma il vocabolario appunto è povero...
ETV: Sembra un po' il caso, non me ne vogliano gli appassionati, della serie "Il diario del vampiro", apparentemente scritto in fretta e furia e con una scelta lessicale molto terra terra, e infatti è uno dei pochi casi in cui il telefilm è migliore del libro perché i personaggi risultano più approfonditi.
ECP: Nel primo volume Elena è la tipica "Queen bee" americana, ho notato che diverse autrici nostrane tendono a prendere come contesto di riferimento le dinamiche tipiche delle "High School" statunitensi con risultati altalenanti. 
Ma c'è anche chi, come Diletta Brizzi, sceglie ambientazione e protagonisti italiani DOC, giusto? 
VSD: Una cosa che ci ha particolarmente colpito in Peccato d'amore è la cura che Diletta ha messo nel documentarsi sia sull'Angelologia, sia sulle leggende della sua città natale, Pisa.
ECP: Ho amato molto questo racconto pur con qualche difetto, soprattutto perché a differenza di altre sue colleghe Diletta riesce a usare la sessualità senza mai scadere nel volgare, o dare la sensazione che sia un riempitivo.
VSD: Questa finezza di Diletta nel descrivere le scene d'amore è stata messa in risalto anche da nostri collaboratori esterni, tra cui diversi blogger e un editor.
LL: Ci tengo a precisare che tutti i nostri lavori, non soltanto quello di Diletta, sono molto validi soprattutto da un punto di vista stilistico, perché appunto ci avvaliamo della consulenza di persone qualificate. 
Mentre per quanto riguarda la grafica, oltre alle mie copertine ho curato quelle di altri lavori, (come ad esempio: La principessa dalle ali d'argento) dato che per lavoro mi occupo proprio di grafica. 
ECP: Per concludere, se avessi scritto un testo e volessi farvelo valutare, come dovrei fare?
LL: Ci sono diverse opzioni: Se volessi solo un'opinione generica sul tuo lavoro basterebbe mandare un estratto di poche pagine, viceversa se volessi una valutazione completa dovresti prima associarti e successivamente ti faremmo avere  la nostra opinione.
ECP: Bene ragazze, siete state disponibilissime, davvero un grosso grazie!

Ely







martedì 10 marzo 2015

UN RICCO GIVEAWAY...



In occasione dell'uscita dei nuovi romanzi di Manuela Dicati e Federico Negri (di cui vi ho  parlato  nel  post Fiori di marzo) la blogger Kia ha deciso di ospitare sul suo Parole al vento un ricco giveaway, che mette in palio, da oggi fino a giovedì, tutti i libri di entrambe le serie, sia "I custodi della notte" che "Kasia il codice della strega".




Questo è il bellissimo banner creato apposta per l'evento, dunque leggete con attenzione il regolamento, condividete più che potete e buona fortuna!!


Ely

sabato 7 marzo 2015

FANTASY D'ORIENTE...




FANTASY D'ORIENTE...


Adoulla Makshlood, anziano cacciatore di Ghul, gli orrori senza volto che minacciano la città di Dhaamsawat, è stanco della propria esistenza.
Vorrebbe soltanto godersi il meritato riposo, quando lui e il suo giovane assistente derviscio vengono coinvolti in una missione senza precedenti...

Grazie a un'ambientazione originale in bilico tra Robin Hood, Le mille e una notte e Indiana Jones, Saladin Ahkmed scrittore americano al suo debutto, dà vita a un mondo non troppo complicato, ma comunque affascinante.
Infatti, anche se con qualche ingenuità, Il trono della luna crescente è un romanzo ben scritto e appassionante.
L'autore sin dalle prime pagine prende per mano il lettore accompagnandolo nei vicoli di Dhaamsawat, città medio-orientale opulenta e decadente in cui convivono povertà, grandi ricchezze, intrighi e magia.
La trama, pur presentando tematiche classiche come la lotta del bene contro il male, amore, amicizia, si sviluppa in modo lineare. e coerente, con un'ottima mescolanza di gener(dal giallo al romance) ed una gestione ben fatta dei diversi  POV,  che  permette di immedesimarsi senza sforzo nei vari personaggi sia principali che secondari.
Non mancano momenti divertenti che si alternano ad altri più cupi, catturando l'attenzione in un'altalena di emozioni.
Lo stile è buono, anche se non eccessivamente ricercato e contribuisce a rendere scorrevole la lettura.
Le descrizioni usate con parsimonia e molto evocative tratteggiano bene lo scenario di riferimento, che da solo varrebbe la lettura del libro.
Certo, se l'autore avesse scelto di approfondire maggiormente sia la trama che il background, forse Il trono della luna crescente avrebbe potuto diventare un lavoro imponente sulla falsa riga di quelli di Sanderson, o Jordan, ma anche così, rimane un ottimo investimento. 
Congratulazioni ad Ahkmed, aspetteremo con impazienza il seguito!!

Ely

martedì 3 marzo 2015

REBEL, UN PICCOLO GIOIELLO




REBEL, UN PICCOLO GIOIELLO


Bethany è un angelo con tutti i poteri del creato, eppure vuole una cosa sola: Il diritto di amare Xavier come una qualunque adolescente...

Rebel di Alexandra Adornetto, primo capitolo della "Halo Trilogy" (composta da Rebel, Heaven e Sacrifice), è un ottimo esempio di come un'autrice che si concentri esclusivamente sulla trama, eliminando il superfluo, faccia sempre centro.
La storia semplice e lineare viene sviluppata senza sbavature dall'inizio alla fine, supportata da uno stile fresco e conciso, ma non privo di spessore.
Proprio questa semplicità nel raccontare permette di tratteggiare veramente bene personaggi, ambienti e stati d'animo: come l'ingenua spontaneità di Bethany divisa tra quello che vuole e quello che sa essere giusto (in netto contrasto col distacco dei fratelli, angeli molto più anziani ed esperti), o la spensieratezza di Molly, tipica adolescente moderna, fino al senso di responsabilità di Xavier.
L'ambientazione bucolica in un pittoresco paesino in riva al mare, aggiunge un tocco suggestivo a un romanzo indirizzato a un pubblico giovane, ma allo stesso tempo gestito e sviluppato in modo impeccabile e quindi adattissimo anche per un lettore più adulto.
Dunque un bel 7 per questo piccolo gioiello pieno di amore e buoni sentimenti.

Ely